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 “Ho conosciuto un Santo!” è il pensiero  che da giovedì mattina attraversa le case di Palermo,  dalle vie più povere ai quartieri più ricchi.

Perché la santità non conosce ricchezza o povertà, non guarda alle case o alle strade, la santità contempla gli sguardi, riscalda le mani, solleva i caduti. 

Questo era fratello Biagio, questa è stata la sua vita, la sua più intima vocazione, la sua reale missione. 

Non era un sacerdote, non era un monaco. Era un fratello, fratello di tutti, povero tra i poveri, scalzo tra gli scalzi, barbone tra i barboni. 

Un uomo che dalle macerie era riuscito a costruire non una ma più case di accoglienza, perché tutti gli emarginati dalla società, i senzatetto, i migranti trovassero rifugio e conforto.

E quanta felicità brillava nei tuoi occhi, ogni qual volta presentavi quelle stanze, quei laboratori, quei giardini fioriti.

Tu, uomo pieno di umanità, che hai saputo leggere i segni dei tempi e fare della tua vita una diaconia. 

Uomo tra gli uomini, che pregando sei giunto a piedi ad Assisi, e poi fino a Strasburgo, sede del Parlamento, armato di un ramoscello di ulivo. Uomo, che con coraggio hai patito la fame e il freddo per strada, perché il mondo si accorgesse del tuo grido silenzioso: ci sono i poveri, i migranti, i senza tetto, hanno bisogno di noi!

Tu, Biagio, hai ridato dignità a molti, speranza a chi disperava, un tetto a chi è scappato da un paese in guerra.

Hai fatto tue le esortazioni del Papa nell’accoglierli, promuoverli, integrarli e l’hai fatto senza chiedere nulla, perché la Carità non si vanta, non cerca il proprio interesse, tutto crede, tutto spera.

Palermo, per l’ennesima volta piange un uomo che ha avuto coraggio e ha sfidato tutto e tutti…ché se ognuno può fare qualcosa allora si può fare molto. 

E dunque forse è questo il messaggio nascosto nel tuo sguardo sempre pieno di Dio, questo il tuo umile testamento: continuate, migliorate, rafforzate ciò che io ho solo iniziato. 

Parlate di santità, ispiratevi alla santità, scrivete giorni di santità, ma siate concreti, riempite la vita di gesti, le mani di azioni, gli sguardi di fermezza divina verso gli ultimi.

Guardate quei mari ad oggi galleggianti di paura, soffermatevi dove c’è fame, coprite dove c’è freddo. 

Siate concreti come vostro fratello Biagio lo è stato.

Grazie fratello per il dono della tua vita in mezzo noi, grazie dell’esempio, grazie della speranza, grazie della carità. 

Non è un saluto il nostro ma un ad - Dio caro Fratel Biagio. 

Certi che Palermo dall’alba ha una forza maggiore in cielo che spera per noi.

 

URP

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