Psicologi e psichiatri
Lettera aperta al presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovich Putin
«Noi, membri della comunità psicologica e psichiatrica russa, chiediamo la cessazione immediata delle ostilità sul territorio ucraino.
La guerra è un concentrato di tutto ciò che di distruttivo può agire sulla psiche umana: l’insicurezza totale, l’ignoto, la violenza, l’impotenza, la perdita di persone care. Questo è un assioma non solo per i professionisti della salute mentale, ma per tutte le persone che vivono nel nostro paese e ne conoscono la storia.
La pandemia di violenza che in questo momento si sta diffondendo ha già ferito profondamente decine di milioni di persone. Il trauma collettivo del febbraio 2022 influenzerà per molti anni le relazioni tra i paesi e le persone vicine. Già ora sono necessari sforzi colossali per ricostruire ciò che è stato distrutto.
Le azioni di violenza devono essere fermate da chi le ha innescate.
Non è mai troppo tardi per tirare fuori il meglio che è dentro ognuno di noi.
Fermate la guerra!»
Qui l’originale
Scienziati e giornalisti scientifici
Lettera aperta degli scienziati e dei giornalisti scientifici russi contro la guerra con l’Ucraina.
«Noi, scienziati e giornalisti scientifici russi, protestiamo fortemente contro le operazioni militari in Ucraina avviate dalle forze armate del nostro paese. Questo passo fatale conduce a enormi perdite di vite umane e sovverte le fondamenta dell’attuale sistema di sicurezza internazionale. La responsabilità dello scoppio di una nuova guerra in Europa è interamente della Russia.
Non c’è alcuna giustificazione ragionevole per questa guerra. I tentativi di usare la situazione nel Donbas come pretesto per un’operazione militare non sono per nulla credibili. È perfettamente chiaro che l’Ucraina non costituisce una minaccia per la sicurezza del nostro paese. La guerra contro di essa è ingiusta e francamente insensata.
L’Ucraina è stata e rimane un paese a noi vicino. Molti di noi hanno parenti, amici e colleghi del mondo accademico che vivono in Ucraina. I nostri padri, nonni e bisnonni hanno combattuto insieme contro il nazismo. Scatenare questa guerra per le ambizioni geopolitiche della leadership della Federazione Russa, guidata da discutibili fantasie storiografiche, è un cinico tradimento della loro memoria. Noi rispettiamo la statalità ucraina, la quale si basa su istituzioni democratiche realmente funzionanti. Comprendiamo la scelta europea dei nostri vicini. Siamo convinti che tutti i problemi nelle relazioni tra i nostri paesi possano essere risolti pacificamente.
Scatenando la guerra, la Russia si è condannata all’isolamento internazionale e a rivestire il ruolo di “paese-canaglia” («страны-изгоя» nell’originale). Questo significa che noi scienziati non saremo più in grado di fare bene il nostro lavoro: in sostanza, la ricerca scientifica è impensabile senza la piena cooperazione con i colleghi di altri paesi. Isolare la Russia dal resto del mondo significa un ulteriore degrado culturale e tecnologico del nostro paese, senza alcuna prospettiva positiva. La guerra con l’Ucraina è un passo verso il nulla.
Siamo amaramente consapevoli che il nostro paese, il quale ha dato un contributo decisivo alla vittoria sul nazismo, è ora diventato l’istigatore di una nuova guerra nel continente europeo. Chiediamo un arresto immediato di tutte le operazioni militari contro l’Ucraina. Chiediamo il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dello Stato ucraino. Chiediamo la pace per i nostri paesi. Impegniamoci nella scienza, non nella guerra!»
Qui l’originale
Medici e operatori sanitari
Lettera aperta al Presidente della Federazione Russa a nome di medici, infermiere e infermieri e paramedici russi con la richiesta di cessare le operazioni militari sul territorio ucraino
«Noi, medici, infermiere, infermieri e paramedici russi, ci opponiamo fermamente alle azioni militari condotte dalle forze armate russe sul territorio ucraino.
Non stiamo cercando i colpevoli e non stiamo giudicando nessuno. La nostra vocazione è quella di preservare la vita umana. Pertanto, è difficile immaginare una professione più umana di quella del medico. Così ora, in questo momento difficile per entrambi i paesi, chiediamo la cessazione immediata delle ostilità e la risoluzione di tutte le questioni politiche esclusivamente con mezzi pacifici.
Come sempre, rispetto a chi combatte non facciamo distinzione fra “noi” e “loro”. Abbiamo giurato di aiutare tutte le persone, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dalle opinioni politiche. Tuttavia ora il nostro aiuto non è sufficiente. I combattimenti mieteranno molte vittime e mutileranno così tante vite che non riusciremo ad aiutare al meglio delle nostre forze. Le grida di dolore, invocando le madri, saranno tutte nella stessa lingua.
Qualsiasi proiettile o pallottola, pur non raggiungendo il proprio obiettivo togliendo la vita a qualcuno, porta comunque con sé paura, panico e dolore. Un dolore che stringe il cuore. In questo momento stanno soffrendo i cuori dei civili. Dei soldati. Delle madri e delle mogli dei soldati. Dei bambini. Nessuno merita questa paura. Nessuno merita di essere ucciso o ferito. Accidentalmente o intenzionalmente.
I nostri parenti, amici, pazienti e colleghi si trovano tutti nella zona in cui si stanno svolgendo le operazioni speciali. Non c’è una sola persona tra loro che stia beneficiando di questo spargimento di sangue. Non possiamo rimanere in disparte di fronte al dolore e alla sofferenza che si moltiplicano di minuto in minuto.
La vita umana non ha prezzo. Per uccidere un uomo basta un istante, mentre le cure e il recupero dei feriti possono richiedere anni e per questi istanti di guerra pagheremo il prezzo negli anni a venire. Qualunque ne sia l’obiettivo, nulla giustifica l’utilizzo di armi letali, poiché esse rimangono letali. Letali e causa di dolore e sofferenza. Perciò, nel rispetto dei nostri giuramenti e mantenendo un atteggiamento umano ed equo verso tutte le vite, chiediamo l’immediata cessazione di tutte le operazioni che implicano l’utilizzo di armi letali.»
Qui l’originale
La comunità artistica
Lettera dei lavoratori dell’arte e della cultura russi contro la guerra con l’Ucraina
«Noi, artisti, curatori, architetti, critici ed esperti dell’arte, art manager – rappresentanti della cultura e dell’arte della Federazione Russa – abbiamo prodotto e firmato questa lettera aperta, che consideriamo un’azione insufficiente ma necessaria per la pace tra Russia e Ucraina.
Il 24 febbraio 2022, la Federazione Russa ha lanciato un’improvvisa, aggressiva e chiara offensiva militare in tutta l’Ucraina, la cui motivazione è stata dichiarata essere “la protezione degli abitanti della DNR e LNR” [repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk, ndt], mentre le operazioni militari vengono condotte in tutta il territorio ucraino e nelle sue principali città: Kiev, Lviv, Kharkiv, Odessa e altre. Tra gli abitanti di queste città vi è un gran numero di nostri parenti, amici, conoscenti e colleghi. Chiediamo che questa guerra con l’Ucraina, Stato sovrano e indipendente, che va avanti dal 2014, venga fermata e che si comincino dei negoziati sulla base del rispetto e dell’equità.
La guerra in Ucraina è una tragedia terribile, sia per gli ucraini che per i russi. È causa di enormi perdite di vite umane, mette in pericolo l’economia e la sicurezza, e conduce il nostro paese in un totale isolamento internazionale. Allo stesso tempo, è assolutamente insensata, in quanto è assurda qualsiasi forma di coercizione violenta per il raggiungimento della pace. Il pretesto dietro il dispiegamento dell'”operazione speciale” è stato interamente progettato dai rappresentanti delle autorità russe, e noi rifiutiamo che questa guerra venga condotta in nostro nome.
Ora la nostra prima preoccupazione sono gli ucraini, le loro vite e la loro sicurezza!
Tuttavia, a nome della comunità professionale, per noi è importante aggiungere che un’ulteriore escalation della guerra avrà conseguenze irreparabili per gli artisti e i lavoratori della cultura. Ci verranno sottratte le ultime opportunità di lavorare a pieno, di esprimerci, di creare progetti, di promuovere e sviluppare la cultura, ci porterà via il futuro. Tutto ciò che è stato fatto negli ultimi 30 anni in campo culturale ora è in pericolo: tutti i legami internazionali saranno interrotti, le istituzioni culturali private o statali saranno messe fuori uso, i partenariati con altri paesi saranno sospesi. Tutto questo distruggerà la già fragile economia della cultura russa e ridurrà significativamente la sua importanza sia per la società russa sia per l’intera comunità internazionale. Lavorare nella cultura e nelle arti in queste condizioni sarà praticamente impossibile.
Noi, artisti, curatori, architetti, critici ed esperti dell’arte, art manager– rappresentanti della cultura e dell’arte della Federazione Russa – esprimiamo la nostra assoluta solidarietà con il popolo dell’Ucraina e diciamo un risoluto “NO ALLA GUERRA! Chiediamo la cessazione immediata di tutte le operazioni militari, il ritiro delle truppe russe dal territorio dell’Ucraina e lo svolgimento di colloqui di pace.»
Qui l’originale
Insegnanti russi
Appello degli insegnanti russi sugli eventi in Ucraina
«Qualsiasi guerra significa perdita di vite umane e distruzione. Comporta inevitabilmente massicce violazioni dei diritti umani. La guerra è un catastrofe.
La guerra con l’Ucraina, iniziata la notte tra il 23 e il 24 febbraio, non è la nostra guerra. L’invasione del territorio ucraino è iniziata per conto dei cittadini russi, ma contro la nostra volontà.
Siamo insegnanti e la violenza va contro l’essenza stessa della nostra professione. I nostri studenti moriranno nell’inferno della guerra, la quale aggraverà inevitabilmente i problemi sociali del nostro paese. Sosteniamo le proteste contro la guerra e chiediamo l’immediato cessate il fuoco».
Qui l’originale
Critici della musica
Fermate la guerra!
Critici musicali contro l’aggressione armata
«Siamo scioccati dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo.
Nel XXI secolo la guerra tra le due nazioni slave è una mostruosa anti-utopia a cui molti di noi rifiutavano di credere fino a poco tempo fa.
Crediamo che questa guerra sia condotta non solo contro l’Ucraina ma anche contro la Russia.
Tutti coloro che amano il proprio paese, hanno subito una terribile ferita che non si rimarginerà per molti decenni e che sarà ereditata dalle prossime generazioni.
Inoltre, i danni alla cultura russa, che già aumentano di giorno in giorno, saranno catastrofici.
Fermate la guerra!»
Qui l’originale
Traduzione dal russo di Daniela Galié per DINAMO press
Immagini di copertina di Sabrina Aidi